BRASILE – OLANDA, SFIDA DI OPPOSTI. LA FINALE PER IL 3° POSTO METTE DI FRONTE DUE REALTA’ COMPLETAMENTE DIVERSE

BRASILE-OLANDA: SFIDA DI OPPOSTI.

La partita odierna tra Brasile e Olanda, valida per il terzo posto a questo mondiale brasiliano, mette di fronte due realtà completamente diverse. Da una parte la squadra che alla vigilia era considerata da tutti la favorita numero uno: il Brasile. Dall’altra l’Olanda che è stata in fondo la “rivelazione” di questo torneo. Come dicevo prima della partita contro l’Argentina, gli Orange non sono per spessore tecnico ed esperienza internazionale, la squadra più forte tra quelle giunte in semifinale. A parte la qualità di Robben, vera stella della squadra, e Van Persie, con Sneijder e Kuyt, il resto della rosa lo possiamo considerare di buon livello e magari di prospettiva futura (Clasie, Depay, Georginio).  È stato molto bravo Van Gaal a dare un’identità a questo giovane gruppo, sorprendendo tutti con un 3-5-2 elastico. Ha adattato Kuyt ex attaccante a fare l’esterno destro a tutto campo, ha messo Blind sull’altro esterno, lui che gioca abitualmente centrocampista interno, togliendo Robben da questi compiti e liberandolo per scatenare la fase offensiva, con le sue ripartenze veloci. Nella partita contro la Spagna, vinta per cinque a uno, con le doppiette di Van Persie e Robben, gli Orange hanno fornito un mix di fisicità e qualità di giocate veramente piacevoli.

Il Brasile invece, giocando in casa, era accreditato dalla maggior parte come la squadra da battere. Invece ha sempre fatto fatica con tutti, e già nella partita d’esordio senza l’aiuto dell’arbitro giapponese, forse non avrebbe battuto la Croazia. La mancanza di un vero bomber, la poca incisività di Hulk e l’inconsistenza di Fred, oltre a un centrocampo con poca fantasia e personalità, hanno via via mostrato i limiti di questa squadra. Tenuta a galla dalla verve e dalla classe oltre alla capacità realizzativa di Neymar, che letteralmente si è caricato sulle spalle i suoi compagni. Nella partita contro il Cile, a parte il secondo tempo sicuramente migliore degli avversari, nel finale hanno rischiato l’eliminazione sulla traversa di Pinilla. Nella partita successiva contro la Colombia hanno trovato subito il gol su sviluppo da corner (lasciato libero Thiago Silva sul secondo palo) e hanno trovato il secondo su una punizione da trenta metri di David Luiz ( dov’era il portiere?). Soffrendo dopo il gol di James Rodriguez, il ritorno di Cuadrado e compagni.  La grande umiliazione è arrivata da parte della Germania, capace di fare 7 gol giocando in scioltezza, davanti agli increduli tifosi brasiliani in lacrime. Le assenze contemporanee seppur importanti di Thiago Silva e Neymar, non possono essere portate a parziale giustificazione, quella che è mancata è stata l’idea di gioco unita ad una forte personalità di squadra. I tedeschi hanno messo a nudo la fragilità tattica e psicologica di questa squadra, incapace di opporre una fase difensiva e incapace di ripartire in modo pericoloso. Un’incognita in più questa sera, sarà l’accoglienza dei propri tifosi, che già a fine partita ha sonoramente fischiato i propri beniamini.

Chiave tattica: tutto dipenderà dalle poche motivazioni che ancora animeranno le due squadre. Quando vivi un sogno, e poi ti risvegli bruscamente le reazioni possono essere molteplici e le più disparate. Credo comunque che i due allenatori cambieranno parecchio i loro 11 rispetto al solito, Scolari per difendere qualcuno dei suoi che potrebbe essere preso di mira, Van Gaal per dare risalto a qualche altro giovane interessante.

di Gianni De Biasi

“Sopra la Panca” – SportMediaset