A mio padre

A Sarmede ridente paesino in provincia di Treviso il sedici giugno del 1956 all’inizio di una calda estate nasce da mamma Bruna e da papà Girolamo detto “momo” il piccolo Giovannino.

Spesso accadeva che nei piccoli paesini di campagna a metà degli anni ’50 le donne partorivano in casa e mia madre non sfuggì alla regola. Erano anni difficili non c’era il boom di questi tempi che portano a parlare del miracolo “nordest”.

Molti dovettero emigrare in cerca di fortuna all’estero chi in Germania, chi in Francia chi addirittura oltre oceano.
La mia famiglia aveva un negozio che fungeva da emporio in centro al paese, e mia nonna Rosa assieme a mia zia e a volte con l’aiuto di mia mamma lo conduceva non senza difficoltà.

Mio padre aveva scelto di lavorare presso l’industria “Doria” che era nata in paese e che poi per ragioni logistiche si era trasferita in un altro paese vicino. Mio nonno commerciava in bestiame con particolare interesse per i cavalli.
Abitavamo sopra il negozio in una palazzina di tre piani di fronte alla chiesa io neonato con i miei genitori in una camera, in quella attigua i miei nonni, nell’altra dormiva mia zia Angela, e in una camera al terzo piano mia zia Gigia. le altre due camere come parte del sottotetto erano adibite a magazzino del negozio.
Ricordo ancora oggi a distanza di più di quarant’ anni con quale dolcezza mia nonna dopo avermi svegliato mi porgeva un pasticcino che era appena arrivato in negozio da un pasticcere di Vittorio Veneto.

varie_01Dopo due anni nasce mio fratello Massimo con il quale condivido più tardi molte avventure sulle colline circostanti il paese. Tre anni ancora e nasce mia sorella Tiziana, nome fortemente voluto da me e che piacque ai miei genitori.
Le scuole elementari le frequento al paese e ricordo ancora con affetto il mio maestro tale Pietro Venier, un ex bersagliere che ci fece imparare oltre l’inno di Mameli altre canzoni e il “Va pensiero”.

Le scuole medie sempre furono frequentate al paese, direi con profitto, tanto che i miei genitori pensarono di iscrivermi in un collegio privato a Vittorio Veneto per frequentare “ragioneria” da esterno.

Il mio inizio nel mondo del calcio fu travagliato, subito mi tessero per una società il “San Martino”  ma il mio sogno e’ giocare nel “San Giacomo” squadra che ho incontrato e che mi colpì per la qualità del suo gioco. Con uno stratagemma degno di un grande agente segreto rientro in possesso del cartellino che cedo subito alla agognata società vittoriese. Il mio primo maestro fu “Iano” Truccolo che mi prese subito sotto la sua ala e cominciò ad allenarmi dedicandomi quasi tutto il suo tempo.
L’estate successiva il “San Giacomo” si fonde con il “Vittorio Veneto” società più blasonata ed io disputo un buon campionato tanto che il Treviso, che militava in serie D, mi acquista per farmi giocare in prima squadra.

Mi sembra di toccare il cielo tanta è la mia felicità e la società, facendo le cose con grande serietà e lungimiranza, manda i giovani più promettenti una decina di giorni al mare a Caorle per un pre ritiro. Questo periodo segna in modo definitivo la mia vita!!!
In quei giorni in modo del tutto fortuito incontro Paola una ragazza bellissima di Milano che e’ li in vacanza con la famiglia e ci frequentiamo in quei giorni.

Dopo il mare torno a casa per pochi giorni di riposo prima del ritiro precampionato, il mio pensiero e’ sempre rivolto a quella dolce ragazza e non riesco a non pensare a lei nonostante stia per iniziare un’esperienza che mi lancerà nel mondo professionistico.

Assieme a mio padre andiamo a Treviso per trovare una soluzione idonea per permettermi di continuare gli studi.
Troviamo presso il collegio Pio X tutto ciò di cui necessitavo: una cameretta singola, la scuola interna, il doposcuola una volta finiti gli allenamenti.
Il campionato va a gonfie vele sia per me che per la squadra tanto che il Treviso parte in testa e arriva primo vincendo il testa a testa con la Triestina.
A febbraio assieme al direttore sportivo Galtarossa vado a Milano per incontrare i dirigenti dell’ Inter che aveva messo gli occhi su di me. Ricordo l’incontro in sede in Foro Bonaparte con l’allora presidente Ivanoe Fraizzoli persona di grande umanità e per me ricca di fascino.

Mi sembrava di vivere un sogno, andavo in una grande squadra e quel che più mi importava era che quella squadra si trovava nella città della ragazza della quale ero follemente innamorato!
Incredibile!!!

figu_pescaraA Milano rimango per tutto il campionato e vengo aggregato alla prima squadra ma non riesco a debuttare con mia grandissima delusione e frustrazione. In quell’ Inter giocavano tra gli altri: Mazzola, Facchetti, Boninsegna, Oriali, Marini. L’anno successivo parto per il servizio militare e questo ostacola in maniere preponderante il mio futuro in nerazzurro tanto che a novembre vengo dirottato alla Reggiana in serie C.
L’anno successivo, l’Inter propietaria del mio cartellino mi dirotta a Pescara neopromosso in Serie A sotto la guida di quel signore di Giancarlo Cade’.
figu_bresciaVivo una stagione esaltante e spesso vengo seguito dai nerazzurri che vorrebbe riportarmi a casa, ma la mia speranza naufraga per l’improvvisa e dirompente esplosione di Giancarlo Pasinato nell’Ascoli e vengo dirottato a Brescia in Serie B a parziale contropartita di Evaristo Beccalossi.

A Brescia mi ambiento subito ed incontro Gigi Simoni con il quale l’anno seguente vinciamo il campionato. Vorrebbe portarmi a Genova il Gigi ma la voglia di giocare nel massimo campionato mi fa scegliere di rimanere con le rondinelle.
Purtroppo, però, nel campionato seguente retrocediamo all’ultima giornata in modo rocambolesco e con una serie di risultati sugli altri campi veramente strani. Resto a Brescia per altre due stagioni, e alla fine sono cinque gli anni trascorsi nella città bresciana.

figu_palermoL’anno successivo vengo ceduto al Palermo dove rimango per tre stagioni disputando ottimi campionati ed entrando nel cuore della gente palermitana.
L’avventura palermitana finisce in modo traumatico, con il fallimento e la cancellazione della squadra dal campionato di Serie B.

Verso fine ottobre arrivo al Vicenza dove però non vivo una buona annata. L’anno seguente, complice anche la malattia di mio padre, decido di avvicinarmi a casa. Firmo un contratto biennale con il Treviso, società che mi aveva lanciato dodici anni prima.

figu_vicenzaNell’estate del 1987 sposo Paola e corono un fidanzamento lunghissimo. Un mese dopo muore mio padre al quale ero molto legato, seppur senza esternazioni particolari.
Oggi rimpiango i silenzi e le cose mai dette. Mi sento molto affine a lui e penso spesso che avrebbe fatto di tutto per seguirmi nella mia vita professionale.
A lui e’ dedicata la mia vita e queste poche righe sulla mia carriera, un modo magari particolare per poter rimediare alle cose non dette, alle sensazioni non trasmesse ed ai sentimenti mai dichiarati. Grazie Papà.

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