Dedica al mister ! Grazie a @MattiaBanno’

“Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile” (San Francesco d’Assisi)

Dedicato a Gianni De Biasi

C’era una volta un uomo che amava pedalare per le ridenti colline della propria terra. Aveva ottenuto grandi successi, raggiungendo vette di montagne che nessuno avrebbe mai pensato di scalare, portando il Modena dalle sabbie mobili della C alla massima serie in soli due anni con annessa salvezza nella stagione seguente, e di ottenere una promozione in A alla guida del Torino con una squadra costruita in pochi giorni e due successive permanenze nell’olimpo del calcio con i granata. Ma, come spesso accade, nessuno è buon profeta in patria, tanto che nel 2010 venne esonerato ad Udine, ad appena 80 km da casa, senza aver avuto modo e tempo di seminare.

In un pomeriggio d’autunno in sella alla propria bicicletta da corsa ricevette la telefonata che aspettava e che avrebbe cambiato la storia sportiva e non solo di un’intera Nazione falcidiata dalla dittatura che ha costretto molti giovani ad emigrare all’estero in cerca di fortuna.

All’inizio era titubante, ma poi ripensò agli zii emigrati in Svizzera dal Veneto degli anni Sessanta e Settanta, terra da dove partire, e comprese che il destino stava bussando alla sua porta: finalmente poteva tornare a fare il proprio mestiere come era abituato, avendo carta bianca su uomini e metodi e avendo soprattutto il tempo, senza la pretesa di vincere subito a tutti i costi, di trasmettere la propria mentalità ai giocatori. In pratica, tutto quello che non veniva concesso nella propria patria.

Il 29 febbraio 2012, poche ore prima dell’esordio da CT, un’amichevole in trasferta contro la Georgia, l’ex tecnico del Brescia consegnò ai propri calciatori una lettera in cui <<c’era scritto che se mi seguivano potevano entrare nella storia albanese>>. In pochi avrebbero creduto che quattro anni dopo la favola sarebbe diventata realtà. Ma non avevano considerato di avere di fronte l’uomo delle sfide impossibili.

Il quinto posto nel girone di qualificazione ai Mondiali 2014 non scalfì il feeling che si era creato tra De Biasi e il popolo albanese, anzi lo rafforzava, con la consapevolezza di poter lottare insieme per la conquista di un obiettivo comune, che non poteva che passare da una parola: organizzazione dentro e fuori dal campo. Ed è proprio qui che si è inserito il prezioso lavoro capillare del vice allenatore Paolo Tramezzani, il quale ha girato i campi di mezza Europa per sondare la disponibilità di giocatori convocabili.

La vittoria in Portogallo nella gara di esordio alle qualificazioni in Francia, con l’Albania che sarà l’unica formazione ad aver battuto i lusitani in partite ufficiali nel cammino verso Euro 2016, accende la scintilla per credere nel sogno, quella in amichevole con i transalpini dà la consapevolezza di potercela fare (con Cana e compagni che balzano al 22°posto del ranking Fifa), il successo in Armenia apre le porte alla prima storica qualificazione agli Europei della Nazionale delle Aquile.

Un’impresa che rappresenta un’occasione di riscatto per un intero popolo, segno di come lo sport possa essere fattore di gioia e integrazione.

Tutto questo sotto la guida dell’uomo capace di fare da ponte tra immaginazione e realtà, come farà da ponte per il riscatto sociale del popolo albanese, promuovendo i valori più puri della vita applicati allo sport, come passione, competenza, collaborazione, spirito di sacrificio e di squadra, creando un collante inscindibile tra successo sportivo e appartenenza alla propria Nazione, trasmettendo ai propri calciatori la forza di credere nei propri sogni.

Ma come da lui stesso scritto nell’emozionante lettera di commiato <>.

Non a caso, il buon comandante sa quando la nave ha raggiunto il porto ed è ora di scendere per dare modo ad altri di continuare l’opera da lui iniziata e intraprendere un nuovo viaggio.

Ora De Biasi potrà tornare dove tutto era cominciato, in sella alla sua bicicletta, in attesa di nuove sfide, ma la sua impronta rimarrà indelebile nella crescita sportiva e sociale dell’Albania tanto che “ora che l’Aquila ha spiccato il volo è capace di volare da se stessa” , se non dimenticherà da dove è partita.
Grazie mister per quello che hai costruito, per l’esempio di uomo prima che di allenatore e perché gli albanesi avranno una nuova storia da raccontare ai propri figli.

http://www.giannidebiasi.it/…/grazie-albania-per-sempre-ne…/

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