Levante e Udinese, che favole. De Biasi: “E’ fantastico”

La seconda squadra di Valencia guida la Liga davanti a Real e Barcellona. I friulani sono in vetta alla Serie A. Il racconto di chi è stato allenatore delle due squadre: “Ambienti simili, il Levante lì in cima è una vera sorpresa”

“Se mi sarei mai aspettato l’Udinese in testa alla Serie A e il Levante cima alla Liga? Beh, l’Udinese sì, ci sta. Ma il Levante proprio no”. È il primo ad esserne stupito, ma non è l’unico. Gianni De Biasi viaggia senza panchina, ma non dimentica le due avventure, in Spagna e in Friuli. Due frammenti di carriera diversi ma importanti. Sbarcò a Valencia il 10 ottobre 2007 e se ne andò ad aprile, dopo 25 partite  piene di orgoglio in una società sull’orlo del fallimento, che non pagava i calciatori. A Udine solo i primi due mesi del 2010, per poi rifare posto a Marino.

Contento per il Levante?

“È il primo risultato che vado a guardare la domenica, è fantastico quello che stanno facendo. Vi rendete conto? Erano falliti, in Liga Adelante, e adesso sono davanti a Real e Barcellona”.

E l’Udinese è normale che stia lì?

“La consistenza tecnica dell’Udinese è ben diversa rispetto a quella degli spagnoli. Nonostante non ci sia più Sanchez, la squadra è inserita in un progetto a lungo termine che funziona, con giocatori importantissimi”.

Valencia e Udine, due città diverse, con due realtà sportive che si possono confrontare.

“Il Levante è la seconda squadra di Valencia, nonostante sia la più antica. Tutta l’attenzione è spostata sul Mestalla, mentre al Levante si può lavorare con tranquillità e in un ambiente davvero ideale. C’è uno stadio di proprietà, i tifosi sanno cosa aspettarsi, non fanno voli pindarici. Da questo punto di vista c’è molta affinità con Udine, nonostante siano città completamente diverse”.

Come si sta realizzando questo miracolo sportivo? 20 punti su 24 disponibili, battuti il Real Madrid e il Villarreal. La squadra di Martinez, in cui gioca l’ex Inter Farinos, sembra inarrestabile.

“Sono rimasto in ottimi contatti con la società: prima del campionato ho parlato con il direttore sportivo Manuel Salvador e mi ha detto espressamente che avevano costruito la squadra come potevano. Scarti, giocatori sconosciuti, con voglia di rivincita. Sulle ali dell’entusiasmo potrebbe anche continuare questo sogno”.

Dice davvero?

“Sì, perché mi immagino l’aficion della gente per la squadra. Saranno tutti ubriachi di gioia e questo può solo fare bene alla squadra. Della mia formazione è rimasto solo Iborra, che feci debuttare nel gennaio 2008. Gli altri sono tutti nuovi”.

E lei come fece ad andare avanti per mesi in quella situazione insostenibile?

“Devo dire che i ragazzi furono splendidi. La società non pagò mai uno stipendio, a gennaio i big se ne andarono e allora cercai di compattare la squadra, dicendo ai giocatori: “Dimostriamo di poter valere questo campionato”. Era un modo per stimolarli e attirare attenzioni. Un’esperienza indimenticabile”.

A Udine invece Guidolin trova, oltre che gli stimoli, anche grande potenziale tecnico.

“Hanno perso Sanchez e non se ne sono nemmeno accorti. Mi sono bastati due mesi per capire la potenzialità di gente come Asamoah, Isla, dello stesso Badu, di Armero, che in prospettiva sarà un top player”.

Quindi anche l’Udinese può continuare a volare e sognare?

“Certo. Poi magari non vincerà il campionato, avendo anche l’Europa League. Ma ci sono tutte le condizioni (ambientali, societarie, tecniche) per continuare su questo passo”.

In questo momento vorrebbe essere l’allenatore dell’Udinese o del Levante?

“Sinceramene, dell’Udinese. Non per altro, ma sono arrivato nel posto giusto al momento sbagliato. Ho avuto poco tempo per lavorare, la squadra era in difficoltà ed è andata male. E così ora mi tocca stare a guardare. Per fortuna c’è il Levante a regalare soddisfazioni”.

di Luciano Cremona

Fonte: SKY.it