L’ANALISI DI OLANDA-MESSICO – L’ATTACCO DEGLI ORANGE CONTRO LA DIFESA DEI NORDAMERICANI. CHI AVRA’ LA MEGLIO?

ATTACCO CONTRO DIFESA: QUALE FILOSOFIA AVRÀ LA MEGLIO IN OLANDA-MESSICO?

Quando si arriva a giocarsi il passaggio del turno in una sola gara, l’approccio mentale incide in maniera decisiva, sullo sviluppo della gara stessa. Non so se oggi vedremo una bella partita, anche se le due squadre nei rispettivi gironi si sono fatte notare: l’Olanda per aver segnato con grande facilità dieci gol, mentre il Messico per aver dimostrato una grandissima solidità difensiva con un solo gol incassato. Questa sera allo stadio Castelao di Fortaleza vedremo quale delle due filosofie avrà la meglio sull’altra. Da tempo immemore nel calcio si dice che dalla difesa nascono le vittorie e noi italiani abbiamo costruito i successi Mondiali (spagnoli e tedeschi), con Bearzot e Lippi, basandoci sull’attenzione difensiva, fatta di marcature strettissime con Gentile che si “aggrappava” a Maradona, o con le qualità straordinarie di Nesta e compagni.

L’Olanda ha umiliato nella gara d’esordio gli ex Campioni del Mondo della Spagna con una “manita”, continuando nella seconda con l’Australia con una tripletta per finire con una doppietta al CileLouis Van Gaal, schierando la sua squadra con una difesa a cinque giocatori, ha stupito un po’ tutti, ma con questo accorgimento tattico, ha voluto coprirsi centralmente con tre difensori fisici e con due centrocampisti che sanno coprire la zona davanti la propria difesa (De Jong e De Guzman). E’ unsistema di gioco elastico che, grazie al dinamismo degli esterni difensivi Janmaat a destra e Blind a sinistra, riesce a dare ampiezza in fase di sostegno alla manovra offensiva, ma altresì scalando all’indietro da una solida copertura sugli esterni offensivi avversari. Per la fase offensiva e realizzativala velocità in penetrazione palla al piede di Robben spesso fa la differenza: a questa vanno aggiunte lafantasia e l’imprevedibilità di Sneijder, e la condizione psicofisica eccezionale di Van Persie che ha saltato l’ultimo turno per squalifica.

Miguel Herrera, ct del Messico, per trovare gli equilibri alla squadra ha rinunciato a un giocatore come ilChicharito Hernandez, relegandolo al ruolo di supplente. Una decisione che, vista dall’esterno, può sembrare sorprendente ma che invece ha una spiegazione logica sia nei numeri che nella duttilità tattica, che depongono a favore della scelta di PeraltaI messicani sono “squadra” vera, giocano dandosi aiuto reciproco in ogni zona del campo, con un’ottima circolazione palla, e sanno sfruttare molto bene l’ampiezza del campo, grazie ai continui inserimenti dei due esterni: Paul Aguillar a destra e Layun a sinistra che mettono palla in area dall’esterno con grande pericolosità. Tutto questo avviene per un motivo semplice, i centrocampisti Herrera e Guardado hanno grandi qualità di palleggio, sanno innescare e al tempo stesso scambiare con i due terminali offensivi, che sono Giovani Do Santos e Oribe Peralta, anch’essi molto tecnici veloci e scambiano e giocano palla a terra.

La difesa può contare inoltre sulla esperienza di Rafa Marquez, ex Barcellona, giocatore che sa guidare i compagni e al tempo stesso è il regista difensivo della squadra. La linea difensiva messicana è molto attenta e aggressiva sul portatore di palla, sono molto applicati e lasciano pochissimo spazio agli attaccanti che cercano di anticipare sia sul corto che sul lungo con “corse preventive”. Un ruolo importante seppur non decisivo finora, è quello di Giovani Dos Santos, giocatore rapido tecnico venticinquenne che ha già girato mezza Europa, senza aver mai lasciato veramente un segno tangibile.

Chiave tattica: la capacità di ribaltare l’azione con grande velocità (specie con Robben), la fisicità diVan Persie, unita alla capacità di sfruttare le fasce laterali non in modo continuo, possono dare una grande mano all’Olanda. In più le situazioni di palla inattiva “dirette” o su sviluppo possono favorire la “fisicità” degli Orange. Il Messico dovrà non concedere spazi e cercare il possesso, con la possibilità di sfruttare le corsie esterne che potrebbero andare in difficoltà sulle transizioni negative, per la spinta dei due esterni Aguillar e layun, pronti a crossare per Peralta e compagni.

Olanda: Cillessen, Janmaat, De Vrij, Vlaar, Martins indi, Blind, De Jong, De Guzman (Clasey), Sneijder, Robben, Van Persie

Messico: Ochoa; Aguilar, Rodriguez, Marquez, Moreno, Layun; Herrera, Vazquez, Guardado; G.Dos Santos, Peralta.

di Gianni De Biasi

“Sopra la Panca” – SportMediaset