De Biasi: “Le nostre certezze”

Abbiamo tenuto un rendimento altissimo ed i numeri lo dimostrano –dice il tecnico granata- e la sconfitta di Avellino non scalfisce la nostra sicurezza. Quella con la Triestina non è la partita del riscatto

I numeri, si sa, non mentono mai. La matematica ha l’innato dato di fornire certezze. E i numeri sorridono al Torino di Gianni De Biasi, capace di tenere una invidiabile media di 1,88 punti a partita. Un rendimento che, se tenuto fino a fine stagione, porterebbe i granata a chiudere il campionato a 78 punti, due in più di quelli conquistati lo scorso anno dal Genoa, padrone assoluto della serie cadetta.
Ed è anche per questo che Gianni De Biasi insiste sulla necessità di dimenticare in fretta il capitombolo di Avellino: “Un incidente di percorso. Una sconfitta maturata in una partita che non abbiamo certo giocato al meglio ma che avremmo comunque meritato di vincere. La squadra ha ampiamente dimostrato la propria forza e non può essere certo una sconfitta a scalfire le nostre sicurezze”.

E quindi è vietato parlare di Torino-Triestina come della partita del riscatto: “Ma quale riscatto, ma quali insicurezze. Questi sono discorsi che vanno bene per scrivere qualche riga in più sui giornali. Ma il calcio è semplice, sabato abbiamo perso contro l’Avellino e domani proveremo a battere la Triestina punto e basta”.
Un avversario, la Triestina, che il tecnico granata presenta così: “E’ una squadra di valore, un mix di giovani e giocatori di esperienza, che ha attraversato e superato momenti difficili e che può contare su una rosa di assoluto valore, in grado di inserirsi nella lotta per i play-off”. Una squadra che deve convivere con le decisioni spesso cervellotiche del presidente Tonellotto che ora si è inventato De Falco, il direttore sportivo, allenatore: “Onestamente non mi riguarda. Se allena lui è perché qualcuno lo permette. A me interessano i tre punti, niente altro”.
La partita del Delle Alpi inizierà, come tutte le altre, con cinque minuti di ritardo: “Ho già avuto modo di dire che non credo per niente a questo tipo di iniziative. Se si vuole combattere il razzismo bisogna muoversi in maniera diversa e chiaramente più decisa”.