Conf. stampa: “Il mio Toro all’esame Ascoli”

“I tifosi granata sono straordinari per la loro vicinanza. La prossima partita sarà fondamentale per il nostro destino. L’Ascoli non avrà nulla da perdere”.

Quando entra in sala stampa, De Biasi sembra scorbutico, facilmente irritabile. E’ stanco, la faccia è pallida, gli occhi leggermente incavati. E’ appena terminato l’allenamento e il mister ha dato tutto se stesso per inculcare ai suoi giocatori i giusti concetti e le doverose motivazioni che dovranno essere manifestate contro l’Ascoli. Poi, man mano che il dialogo con i giornalisti si dilunga, l’anima espansiva e gioviale di Gdb esce allo scoperto, cancellando quel velo di tensione e preoccupazione aleggiante nell’aria.

Mister, Catania-Ascoli è appena terminata 3-3…
“E allora? Non cambia nulla. Non guardo a cosa fanno gli altri. Pensiamo a noi”.

Niente calcoli, dunque?
“Esatto. Dobbiamo esclusivamente pensare a ciò che possiamo creare. Domenica abbiamo la possibilità di ottenere una vittoria in casa. Ci si deve concentrare soltanto su questo. Alla fine, poi, tireremo le somme”.

Ieri i tifosi sono stati vicino alla squadra, senza contestarla.
“E’ stata una bella giornata. La gente è venuta, ci ha supportato e aiutato. C’è unione di intenti e consapevolezza che il momento è delicato e bisogna rimanere coesi per raggiungere l’obiettivo”.

Qual è la spiegazione del ritiro a Leinì?
“E’ stata una mia scelta. Lì ci sono meno pressioni in un ambiente leggermente lontano dalla città”.

L’anno scorso portò pure bene…
“Non voglio parlare di questi aspetti scaramantici”.

Che Toro sta preparando per domenica?
“Un Toro che non può giocare al risparmio e che dovrà mettercela tutta, tirando fuori gli attributi. Sarà una gara fondamentale per il nostro destino e le pressioni non mancheranno”.

Questa squadra la sorprende nel suo andamento altalenante?
“Sono 34 partite che il Toro gioca e si comporta in un certo modo. Detto questo è inspiegabile che una squadra accumuli 10 punti in 5 partite e 1 in altrettante gare successive, specie se contro avversari più o meno di pari livelli”.

Il fatto che sia inspiegabile, però, è un campanello d’allarme.
“Forse non ci siamo capiti. Ci sono cose che si possono dire a voi della stampa e altre no. Certe considerazioni le tengo soltanto per i giocatori”.

La sua carica ed energia è condivisa dai suoi uomini?
“Loro sanno in che situazione si trovano e devono uscirne. Forse sono più arrabbiati del sottoscritto. Tutti vogliono la salvezza. Al limite, poi, chi non ci sarà più si sentirà fiero di aver lasciato il Toro nella categoria che merita”.

Però nella sfida con il Milan non si è notato tutto questo sano furore agonistico.
“L’ho già detto e lo ripeto. Il tasso qualitativo era talmente diverso che anche se i rossoneri avessero giocato con una gamba sola sarebbe stato difficilissimo affrontarli. Inoltre avevamo programmato la partita in un certo modo. Fossimo scesi in campo con un piglio diverso avremmo, facilmente, lasciato praterie ai milanisti che quando sono pressati riescono ad aggirare l’avversario, lanciando negli spazi gli attaccanti”.

Contro i marchigiani sta pensando di cambiare modulo tattico?
“No. Non cambierò nulla”.

Ritiene che la ricorrenza del 4 Maggio possa essere uno stimolo maggiore?
“Può contribuire, certo”.

In carriera si è mai trovato in situazioni di classifica analoghe a così poche giornate dal termine?
“A Modena a 4 giornate dalla fine avevamo nove punti di vantaggio dalla zona retrocessione. Perdemmo le successive tre gare e all’ultima di campionato pareggiammo, conquistando il punto salvezza”.

Prima della gara con la Samp, lei disse che il Toro aveva bisogno di una sosta per fare benzina. L’ha fatta?
“Direi di si. Ma il problema non è stato tanto di natura fisica, quanto mentale. La squadra, dopo le prime cinque partite della mia gestione, ha mollato qualcosa dal punto di vista psicologico. Nella grinta, nell’ardore”.

Quanto può pesare – proprio psicologicamente – l’importanza della gara con l’Ascoli?
“Molto. E’ come quando si va a sostenere un esame all’Università. Se sei preparato sei teso. Se non sai niente, invece, vai piuttosto tranquillo: non hai niente da perdere”.

E l’Ascoli non avrà nulla da perdere.
“Ecco, appunto”.

Ha già pensato ad un voto per la salvezza?
“Si ma preferisco tenerlo per me. Esula dal calcio ed è piuttosto importante”.