IL PUNTO MONDIALE / 5 De Biasi: Un’emozione sconfinata la vittoria. Zidane? Non lo condanno. L’inchiesta della Fifa? Una caccia alle streghe”.

A poche ore dall’inizio della nuova stagione in granata, Gianni De Biasi, rientrato dalle vacanze con la famiglia, sta occupando gli ultimi spiccioli del suo tempo ad organizzare e pianificare i prossimi giorni. Tra una pausa e l’altra, il mister si concede a qualche pensiero sugli ultimi avvenimenti inerenti il mondo del calcio, parlando della finale Mondiale, di Zidane, della Fifa e di Donadoni.

LA VITTORIA FINALE: “Una grandissima gioia, un’emozione sconfinata. La partita contro i francesi non è stata bellissima: dopo un primo tempo positivo abbiamo faticato nella ripresa. Poi, i penalty, finalmente – ed era ora – ci hanno dato ragione”.

ZIDANE: “Sono uno dei pochi, lo so, ma lo difendo. Per me è stato il miglior giocatore del Mondiale. E’ un grandissimo calciatore ed un’ottima persona. Pensare di revocargli il Pallone d’oro della competizione iridata mi sembra una follia. Il suo gesto? E’ molto semplice: era cotto, stanco e frustrato dal fatto che la partita non si sbloccava. E’ stato provocato ed ha reagito. Cose che, nel mondo del calcio, accadono da secoli. Ma permettere che un gesto condizioni un intero Mondiale se non addirittura, come hanno detto alcuni, tutta una carriera…beh, non lo condivido assolutamente”.

FIFA: “Così come è davvero scandaloso che la Fifa apra un’inchiesta e convochi i due giocatori (Materazzi e Zizou). Ma come si può minimamente pensare di dare una squalifica a Materazzi? Credo sia una caccia alle streghe. A volte, mi viene da pensare che chi comanda e regge le fila del gioco del calcio, non abbia mai indossata un paio di scarpette ai piedi”.

DONADONI: “Sono rimasto stupito della sua nomina a Commissario Tecnico in quanto è molto giovane e non ha ancora acquisito grandissima esperienza in carriera. Gli mando, però, un grosso “in bocca al lupo” per questa nuova e grande avventura, auspicando possa ripetere i successi del suo illustre predecessore”.

A cura di Federico Freni

Fonte: Federico Freni