De Biasi: non firmo per un pareggio

Vryzas gioca. E’ in uno stato di forma fisica e mentale eccellente”.
Dai fatti alle parole. Dalle ipotesi alle certezze. Dopo gli allenamenti settimanali, ed i dubbi riguardanti la formazione da mettere in campo venerdì sera a Cesena, De Biasi ha sciolto gli indugi e chiarito gli equivoci.

Gioca il greco e non Rosina. Music preferito a Fantini sull’out di sinistra e per il resto la stessa squadra vittoriosa sabato scorso: “Avessi potuto – ha commentato amaramente il tecnico trevigiano – avrei schierato gli stessi undici giocatori reduci dal match col Mantova. Ma se gli infortuni e le squalifiche non si dimenticano di noi, non ci posso fare niente…”.

E’ serio, asciutto, concentrato. L’allenatore granata appare pienamente immerso nel clima del pre-partita. Parla molto degli avversari, o meglio, gli vengono posti numerosi quesiti sui bianconeri, e lui ribatte con prontezza, come il migliore degli studenti ad una interrogazione di storia, sciorinando date, numeri, nomi, tutti in fila: “All’andata il mio collega fece delle scelte intelligenti e sperimentali. Ora è il momento di portare a casa il risultato e non credo schiererà una formazione diversa da quella che mi aspetto”.

“Loro hanno delle ottime individualità, su tutti Salvetti, il miglior giocatore della serie B in questa stagione; speriamo si fermi con noi. Ma anche la difesa, seppur ha subito parecchi gol, non è male. Biserni è un Signor calciatore, Morabito sta vivevendo un’annata straordinaria, e da Ficagna bisognerà guardarsi negli inserimenti su palla inattiva, caratteristica in cui primeggia. Se firmerei per un pareggio? Assolutamente no. Entriamo in campo per giocarcela fino in fondo, alla fine tireremo le somme, non firmo nulla a priori”.

Il passato, il presente e il domani. Il giorno che viene è sempre il più difficile, lo scrivevano gli aruspici, lo cantavano i poeti, di luoghi comuni non si ha mai pace, ed è così che all’ennesima domanda riguardante l’estrema importanza della trasferta romagnola, la risposta è carica di una piccata ma velata punta di fastidio: “Partita fondamentale? Che ne so, per voi tutte le gare sono fondamentali, ogni volta che ci vediamo mi ponete il solito ritornello!”.

Già, il ritornello, come la storia del modulo – il vecchio e caro 4-4-2, stabile impalcatura sulla quale plasmare le forme della squadra – e di un nome, Rosina, spesso etichettato dalla stampa e dai media come un sacrificato, un incompreso, un defilato (quando gioca) sulla fascia, congelandone fantasie da trequartista e libertà da seconda punta: “Rosina potrebbe entrare a partita in corso ed essere utile ai suoi compagni”.

Argomento chiuso, pochi minuti ed il pullman parte. Il calcio è un opinione, per ottenere rispetto, bisogna paventarlo come se fosse una certezza. De Biasi lo sa, e non può farne a meno.

A cura di
Federico Freni

Fonte: NESTI CHANNEL