L’anno felice di Gianni De Biasi: Natale, vittorie e tifosi

Si sta per chiudere un altro anno e come sempre è tempo di bilanci, e anche quest’anno Gianni De Biasi si veste da Babbo Natale per portare a tutti i tifosi albanesi il “regalo” che tutti aspettano da sempre: una qualificazione storica a Francia 2016!

Come vedi il discorso europeo?

Abbiamo incominciato molto bene il girone con la vittoria in Portogallo, una partita incredibile per le difficoltà che ci poteva riservare, ma alla fine siamo riusciti a difenderci con ordine e a sfruttare quelle occasioni che ci siamo procurati durante la gara.

La partita con la Danimarca per poco non la vincevate..

Il pareggio in casa contro la Danimarca ci ha fatto capire che stavamo andando nella direzione giusta. La squadra danese è molto forte, non avrà individualità di prima grandezza, ma è compatta e giocano insieme da tanti anni. Peccato che ci abbiano raggiunto a poco dalla fine!

Poi la Serbia…

E’ stata una partita difficile, non solo per la qualità dei vari giocatori serbi, ma anche e soprattutto per il clima ostile che abbiamo trovato già al nostro arrivo all’aeroporto di Belgrado.

Cosa pensi del verdetto?

E’ stata fatta un’ingiustizia al popolo albanese e alla Federazione, e abbiamo capito, che si può entrare in campo colpire gli avversari e uscire senza problemi,  facendo solo un danno a chi è stato picchiato e messo nelle condizione di non poter giocare!

Come aspettate il Natale nella tua famiglia?

Il Natale per me e la mia famiglia è la festa più solenne e sentita dell’anno.

Quest’anno, contrariamente al solito, non ho fatto l’albero perché ero all’estero fino a pochi giorni prima di Natale, e mia moglie mi ha sostituito nel compito, in più ha addobbato casa veramente molto bene, con un sacco di luci ed un’atmosfera veramente molto speciale.

Come hai passato le festività?

Il giorno della vigilia siamo andati alla Messa di mezzanotte,  nella chiesa vicino a casa nostra, e alla fine ci siamo scambiati gli auguri con amici e parenti fuori della chiesa. Il giorno successivo insieme a mia moglie e mia figlia siamo stati ospiti a pranzo da mia sorella insieme a mia mamma.

Oggi invece siamo stati ospiti a casa di mia mamma, abbiamo pranzato come facciamo sempre ogni sabato (se sono a casa) insieme a mio fratello e mia sorella con i rispettivi figli, siamo quasi sempre undici persone.

E’ sempre bello stare insieme in famiglia mangiare come un tempo i piatti che mia mamma cucina e parlare delle cose quotidiane in intimità e con semplicità.

Il rammarico tutte le volte di non vedere mio padre insieme a noi, lui era un catalizzatore e amava stare in compagnia, io ho preso il suo posto ma solo a tavola.

Quale regalo ti è piaciuto di più?

Un libro che mi ha regalato mia figlia con una dedica molto commovente in terza di copertina.

A me piace moltissimo regalare e fare sorprese, e anche quest’anno sono riuscito a sorprendere sia mia figlia che mia moglie con regali inaspettati.

Qual’è la cosa che ti è rimasta più impressa in questo anno?

Sono tante le cose che mi hanno reso felice quest’anno, la prima è stata la vittoria in Portogallo, l’altra il pareggio a Rennes contro la Francia, dove abbiamo fatto una delle più belle partite della mia gestione. Ultima ma forse la più inseguita, la prima partita contro l’Italia a Genova, dove l’Albania ha fatto vedere quanto sia vicina alla propria squadra ma ha anche dimostrato che l’Italia è una Nazione amica, e per tanti albanesi la seconda Patria. Gli oltre ventimila che cantano prima l’inno albanese e poi quello italiano sono uno spettacolo e una dimostrazione di coesistenza fantastici!

Cosa pensi di Conte?

Antonio è una persona che mi piace, perché ha carattere, è determinato e crede nel lavoro e nella voglia di crescere giorno per giorno.

E’ grazie a lui che abbiamo potuto realizzare questa partita tanto inseguita da me già dal mio arrivo sulla panchina della Nazionale Albanese.

Ci siamo trovati a settembre a San Pietroburgo per una conferenza della Uefa e parlando del più e del meno abbiamo concordato di giocare la partita prima a Parma, poi spostata  a Genova per gli alluvionati.

Ho letto più volte sui media italiani che tu parli sempre molto bene dell’Albania..

Diciamo che spesso in Italia il popolo albanese viene associato con qualche delinquente che commette reati nel nostro paese. Io molto spesso dico che anche noi italiani venivamo definiti mafia spaghetti pizza  e mandolino, quando siamo stati costretti ad emigrare, ma non ci sentiamo tutti uguali a quelle persone che delinquono. Io ho potuto vedere girando anche per il sud del paese, gente umile che suda il pane quotidiano, con fatica ma con dignità.

Mi piace la gente che non prende le “scorciatoie” per fare soldi facili, ma che insegue il lavoro quotidiano con fatica ma in modo onesto.

Hai qualche rimpianto fino ad oggi nella tua vita?

Chi non ha rimpianti credo che non abbia mai vissuto abbastanza la sua vita, al punto di accontentarsi di quello che ha fatto. Il mio rammarico più grande è quello di non essere riuscito a laurearmi perché giocavo e mi mancava la motivazione a studiare dopo gli allenamenti.

Cosa vuoi dire ai tifosi albanesi per l’anno nuovo

Di sostenerci sempre con passione come hanno sempre fatto, di non mollare mai dall’incitare i ragazzi, perché sono certo che i giocatori quando vanno in campo danno sempre il 110% per la propria bandiera. Che dobbiamo dare una grande prova di maturità e eleganza ad ottobre quando giocheremo la partita di ritorno contro la Serbia. Prima però dovremo fare grande attenzione all’Armenia squadra pericolosa che dovremo tutti insieme affrontare come la partita più importante della nostra storia recente.

A cura di Sport Plus