‘A Messina la nostra miglior partita esterna ma ora non diciamo che siamo stati perfetti’

De Biasi: ‘Rosina è decisivo, presto lo saranno anche altri’

Gianni De Biasi, quello di Messina è stato un Toro praticamente perfetto. E’ d’accordo?

“Non esiste la perfezione. Sicuramente, abbiamo fatto la miglior partita esterna sotto la mia gestione assieme a quella di Cesena un anno fa: sotto 1-0, in dieci, vincemmo in rimonta con una gara davvero da cuore Toro. A Messina abbiamo fatto sicuramente una prova molto molto buona, spero di farne altre”.

Continuando così, la salvezza arriverà alla svelta…

“Ora non vorrei che si passasse dalla depressione ad una eccessiva esaltazione. O pensare che abbiamo battuto una squadretta, il Messina non veniva da una fase di debacle… Restiamo con i piedi per terra, prima vediamo di superare la linea del traguardo e poi parleremo di altre cose. Per questo, non voglio fare tabelli o indicare quote salvezza. Pensiamo alla prossima partita contro il Palermo”.

Ma cosa è cambiato rispetto all’era Zaccheroni?

“Prima di tutto ho dovuto lavorare sulla testa dei giocatori., d’altra parte quando fai un solo punto in otto giornate viene a mancare l’autostima. Qualcosa poi l’abbiamo cambiata dal punto di vista tattico, abbiamo cercato di lavorare sugli equilibri e sulla fase difensiva. E mi pare che, al di là di quella disgraziata prova contro la Fiorentina, dietro siamo andati meglio. Speravo di trovare subito la chiave giusta, ma non pensavo che questo processo di miglioramento e questa ripresa fossero così rapidi”.

In questo momento si parla tanto di Rosina, cosa dice di lui il suo mister?

“Alessandro ha una maturità non comune per un ragazzo di 22-23 anni. Oggi è sulla cresta dell’onda ma lui sa bene che là in cima ha anche più responsabilità, ormai tutti si aspettano grandi cose da Rosina”.

Si parla tanto di paragoni illustri: Zola lo ha accostato a Messi…

“Rosina deve assomigliare a sè stesso. Per noi è decisivo, ma vedrete che presto anche altri saranno protagonisti. L’importante è aver voglia di migliorare, di crescere. Se uno non è minimamente ambizioso, non va da nessuna parte”.

De Biasi si aspettava che Donadoni chiamasse Rosina in nazionale?

“Io a inizio stagione, quando il ct aveva fatto il giro di tutte le squadre, con me aveva parlato di Abbiati e Barone. Poi da allora non l’ho più sentito…”.

A proposito di Barone, c’è chi ne invoca un utilizzo alla Perrotta, dietro le punte. Cosa ne pensa?

“Lasciamo stare l’idea di un ruolo piuttosto che di un altro. Barone ha sofferto molto, soprattutto il momento in cui la squadra ha stentato, è un ragazzo sensisbile, ma vedrete che darà il suo contributo. E non solo quest’anno, non voglio sentir dire che si è bruciato su questa piazza. Lo dico per aver avuto in passato esperienze con giocatori che, dopo una stagione negativa, hanno trovato il riscatto nella stessa squadra, non andando altrove”.

La verità. Non prova una certa soddisfazione nell’aver fatto ricredere gli scettici, quelli che in estate avevano criticato De Biasi per le troppe partite perse?

“Io dico solo che perdere ad Alessandria, a Genova ci può stare, anzi preferisco fare un bagno di umiltà e toccare subito il fondo. Noi avevamo una squadra rinnovatissima, quando abbiamo perso a Cuneo eravamo alla fine di un lavoro di carico che sapevo che ci toglieva brillantezza. Se poi qualcuno pensa che si debba vincere sempre anche tutte le amichevoli estive… La verità è che le pressioni dell’ambiente hanno pesato molto, troppo”.

Certo che questo Bovo sta facendo davvero bene…

“Purtroppo è già accasato…. Abbiati? Su di lui abbiamo il diritto di riscatto, la storia è diversa. Comunque di mercato ne parliamo a fine stagione, prima raggiungiamo l’obiettivo”.

Farlo alla svelta potrebbe aiutare anche i molti giocatori in scadenza di contratto…

“Questa è una domanda con la risposta incorporata”.

In questi mesi che De Biasi ha fatto il commentatore, quale squadra ha avuto modo di apprezzare in modo particolare?

“Il Lione. Per come gioca a calcio, per il progetto che ha, per come produce in casa i suo campioni”.

E’ un modello che il Toro può seguire?

“Ci vuole grande pazienza. Loro vanno avanti da anni, noi siamo qui da 16-17 mesi. E il settore giovanile lo abbiamo dovuto ricostruire da zero”.

Quale dei tanti ex del Toro finiti altrove avrebbe voluto allenare?

“Quagliarella, per dire uno che oggi è finito in nazionale. E poi un pò di Acquafresca serve sempre in estate…”.

In chiusura, cosa dice De Biasi della questione stadi?

“Non ho idee precise, di sicuro il nostro impianto poteva essere pensato per il calcio, invece di essere progettato per i Giochi Invernali, l’Olimpico è ancora lontano dall’idea di stadi come Stamford Bridge o il vecchio Highbury. Non sarebbe male neanche il Bernabeu… E a chi critica il Delle Alpi dico che a me fa venire in mente una notte con 60 mila persone sugli spalti.

A cura di
Massimo De Marzi

Fonte: TuttoToro