Formazione rebus

Clima sereno e duro lavoro. Questa l’aria che si respira ad Orbassano. Dopo l’incontro chiarificatore con la delegazione dei tifosi, avvenuto sotto il tendone della palestra limitrofa al campo di allenamento, i granata hanno ottenuto nuovamente l’appoggio condizionato della Maratona, e, almeno per qualche giorno, l’incolumità da proteste e ipotetici striscioni destabilizzanti.

Si può perdere, dicono i capi ultras, ma da Toro, senza lesinare impegno, grinta, e quell’aggressività patentata nei primi mesi stagionali e poi affievolita man mano che il campionato entrava nel cuore del suo svolgimento.

Una tesi sostenibile, apprezzabile nella forma e nei caratteri, ma lontana dalla realtà. Da Bologna in avanti, quel Toro grinta e polmoni è ricomparso a tratti, specie nei primi venti-trenta minuti di gara, per poi, fisiologicamente, calare alla distanza, incapace di gestire e alimentare il vantaggio accumulato (con la Ternana) o di capitalizzare le occasioni create (con i felsinei e a Piacenza).

Il vero problema non sono stati la caparbietà e l’impegno, mai mancati e “comunque migliorabili” (Cairo docet), ma la fluidità della manovra, la precisione nei passaggi, la non corretta sovrapposizione sulle fasce, causate da prestazioni individuali piuttosto scadenti (vedi Fantini, Music e Nicola) o indisposizioni lungodegenti (Martinelli), improvvisate (Rosina) e sfortunate (Brevi).

E proprio a causa degli infortuni, De Biasi sta convivendo con due rebus nella propria mente: chi affiancare a Orfei in difesa, ed a quali piedi affidare i cross (dal fondo, mi raccomando) doverosi ed obbligatori in un impianto (4-4-2) in cui centralmente non esistono giocatori abili negli inserimenti.

Posto che Rosina accusa ancora dei fastidi e potrebbe non farcela per sabato, e che Fantini, dopo la prestazione di Piacenza, abbisognerebbe di un viaggio immediato a Santiago de Campostela per “ritrovare se stesso”, è probabile che le corsie laterali vengano occupate da Ferrarese e Lazetic.

Il serbo appare in crescita dopo l’ultima prestazione positiva di Piacenza e tornato finalmente in una condizione di forma fisica accettabile. L’ex cagliaritano, acclamato dal popolo come salvatore della patria, dopo i venti minuti di assist e dribbling del Granilli, dovrebbe vincere la concorrenza del bosniaco Music, impiegato ultimamente come tappabuchi in difesa, utilissimo sotto l’aspetto tattico ma quasi mai sufficiente in quello squisitamente tecnico.

Giovedì pomeriggio, all’ultima sgambata prima del ritiro ne sapremo di più. Nel frattempo sono stati resi noti i prezzi dei biglietti di sabato: curve a 15 euro, distinti a 35 euro e tribune che vanno dai 40 euro del settore Est 2 ai 200 euro della Tribuna Grande Torino. Costi accessibili e nemmeno paragonabili (per fortuna) a quelli imposti dai cugini bianconeri contro il Milan. Campionati diversi – direte – e giocatori differenti, ma lo stesso inqualificabile campo di patate.

A Cura di
Federico Freni

Fonte: NESTI CHANNEL