De Biasi: ‘Mercato di pochi elementi’

Ultima conferenza-stampa della stagione, per Gianni De Biasi, che domani sera guiderà i suoi nell’amichevole di Cuneo e poi li dichiarerà ufficialmente in vacanza. Presso la conference room della Sisport, l’allenatore ha parlato della stagione chiusa e di quella che verrà, ma ancor più, incalzato dalle domande, di ciò che sta nel mezzo: il calciomercato.

TORINO 2007-2008. Il tecnico ha una definizione sicura per l’annata appena conclusa dai granata: “Incompleta. Penso che già con 5 o 6 punti in più ci sarebbe stata una classifica che sarebbe stata dignitosa per un secondo anno di A e per un inizio di progetto. Qui spesso purtroppo paghi le pressioni di un ambiente passionale, che ti dà tanto amore e tante ‘mazzulate’. Si creano situazioni che possono togliere la serenità quando si scende in campo. E’ un ambiente che dà davvero tanto, ma ti chiede tanto”.

IN SILENZIO. Il nuovo-vecchio allenatore del Toro è, specie, all’inizio, un po’ restio a parlare di calciomercato; le linee comportamentali, per lo meno, sono definite. “Corini confermato come regista? Un nuovo acquisto al suo posto? Non so dire. Ora, devo fare il lavoro contrario a quello che dovete fare voi giornalisti; capisco le vostre esigenze, ma noi cercheremo di lavorare sottotraccia. Stiamo già lavorando da un po’, senza spifferarlo al mondo intero. Il nostro sarà un mercato di pochissimi elementi, mirati ai ruoli che possiamo rinforzare”.

NUMERI BASE. De Biasi snocciola alcune considerazioni sulla squadra che intende plasmare, annunciando anche quale schema intende adottare: “Tra tutti, la rosa conta 29 elementi: è troppo ampia, per me. Poi bisogna anche valutare i giocatori che torneranno dai prestiti. Il modulo vedrà 4 difensori, 3 centrocampisti e 3 attaccanti. Io come Ferguson? No. Col Presidente ci parlo, come l’anno scorso, come quello prima. Poi dipende dal mercato e dalle occasioni che ti presenta. Acquafresca? L’ho visto poco. Certo, i numeri dicono che segna, e quando un attaccante segna è già positivo”.

COME I VIOLA? “La Fiorentina, in queste ultime stagioni, ha speso sul mercato qualcosa come 140 milioni di euro. Ripeto, 140 milioni: grosso modo 280 miliardi delle vecchie lire: un investimento importante, no?”. Spesso il Presidente, Cairo, usa la società di Della Valle come termine di paragone per il lavoro ed il progetto che intende portare avanti con il suo Toro. “Se si possono fare investimenti mirati li faremo, ma per quelle che sono le possibilità economiche del Torino. La Fiorentina comunque non è arrivata dov’è arrivata di colpo, ha dovuto lavorare e aspettare. Se ci saranno le occasioni guarderemo anche all’estero, anche alle Olimpiadi magari, perché no.”

MOTIVATI O NIENTE. “Tutti vogliono gente motivata, immagino. Ma non devono esserlo solo nelle dichiarazioni d’intenti. Torino ha un grande fascino, credo sia tra le prime 10 destinazioni come attrattiva. A meno che uno non voglia ad ogni costo il Chelsea, o Inter, Milan, Roma, Fiorentina etc in Italia. Ma poi uno che viene deve aver voglia di venire qua, e stop. Se no, i presupposti sono sbagliati”. Secono l’ex-allenatore del Modena, i giocatori che vestono il granata devono essere contenti di farlo. Sia quelli che potrebbero arrivare, sia quelli che quella maglia l’hanon vestita e ancora la indossano. “Comotto? Ne abbiamo parlato col Presidente, ma non posso dire di più. Mi pare abbia espresso a più riprese l’intenzione di andare via da Torino”.

GLI AZZURRABILI. “Secondo me sì, Sereni avrebbe meritato la Nazionale. Per quel che ho visto io; cioè poco purtroppo, appena tre partite, ma ho visto le sue qualità. E’ eccezionale nel coprire la porta, nella forza e nella sua esplosività, e per la sicurezza che trasmette alla difesa e a tutta la squadra. Non è stata una bellissima sorpresa, ma una piacevole conferma; a Brescia, ricordo che uomini come Baggio e Guardiola avevano una grandissima considerazione di Matteo”. Tra i papabili per un ritorno in maglia azzurra, oltre che di Sereni si era parlato anche di Diana: “Penso che Donadoni abbia in mente un progetto che dopo gli Europei partirà da giocatori più giovani di Aimo. Un ritorno a terzino? A centrocampo ha giocato molto bene, come si è visto anche nell’ultima partita”.

PROFILO (PIU’) BASSO. I proclami di inizio stagione, secondo l’allenatore trevigiano, hanno danneggiato il Torino: “Tanta ambizione è un fardello che pesa inutilmente. Il Torino è nato tre anni fa, è un bambino che sta crescendo, e ha bisogno di tranquillità attorno; perché se si vuole attuare una programmazione seria ed efficace bisogna fare meno rumore. Che poi è quello che chiedono anche i tifosi; questi sono i cardini per un progetto, cui si aggiungerà poi l’inserimento di giocatori giovani, quello insomma che fece proprio il Torino negli anni che furono. Anche se le cose sono cambiate; c’è lo svincolo, ci sono tante cose che non c’erano, c’è il dio denaro che pesa come non mai. Ci sono squadre con presupposti economici più importanti. Ma un progetto basato su punti fermi e valori solidi dev’essere la filosofia del Toro”.

De Biasi ha così salutato gli addetti all’informazione, indicando la parola chiave per il 2008-2009: “continuità”. Ancora presto per informazioni sicure sul ritiro estivo della squadra, l’allenatore conferma comunque che avrà inizio intorno alla metà di Luglio e che non si discosterà molto dai precedenti né per luoghi prescelti né per tempi e modalità.

Fonte: Toronews