De Biasi firma la storia. L’Albania va in Francia

Con la vittoria in Armenia la squadra di Tirana strappa il biglietto per Euro 2016 costringendo la Danimarca agli spareggi la più grande soddisfazione della mia vita. E c?era chi rideva…

Allerta tra gli ornitologi: l?aquila bicipite volerà sui cieli di Francia a giugno. L?Albania conquista per la prima volta la qualificazione a una grande manifestazione per nazionali. Mai la selezione di Tirana era riuscita a prendere parte alla fase finale di un Mondiale o un Europeo. Ma a Euro 2016 l?Albania ci sarà, come seconda classificata del Gruppo I, alle spalle del Portogallo di Cristiano Ronaldo. Agli spareggi ci va la più quotata Danimarca, terza. Un?impresa firmata Gianni De Biasi, tecnico italiano alla guida della nazionale albanese dal 2011. Decisivo il successo in casa dell?Armenia per 2-0, in una partita strana, storica e anche un po? fortunata.SLIDING DOORS Perché a Yerevan, dopo appena 7?, l?Albania sarebbe potuta andare subito sotto, dopo che già Berisha aveva dovuto chiudere in uscita su Movsisyan. La punizione successiva, sempre di Movsisyan, filtra in mezzo alla barriera, Berisha respinge d?istinto, ma Ghazaryan, col portiere della Lazio ancora a terra, riesce ad alzare troppo la mira. Un errore clamoroso, cui fa seguito appena 2? dopo il gol degli ospiti. Un autogol, in realtà. Il diagonale di Basha è intercettato da Kasparov, la palla rimbalza su Gashi e Hovhannisyan nel tentativo di allontanarla la mette nelle propria porta. Dal possibile 1-0 allo 0-1 in 120 secondi. In vantaggio, l?Albania spinge e al 23? trova il raddoppio. Punizione tagliata di Memushaj e deviazione sotto misura di Xhimshiti, bravo ad anticipare il proprio marcatore con la gamba destra sul primo palo. Qui gli uomini di De Biasi frenano e lasciano spazio all?Armenia, che con Pizzelli (destro fuori di un soffio) prima dell?intervallo va vicinissima al gol. Certo, i padroni di casa sono poca roba e la loro stella, Mkhitaryan, non è in serata. Ma il 60% di possesso palla concesso dall?Albania ai rudi palleggiatori armeni rende l?idea: la paura di vincere è una brutta bestia. A dir il vero non è che Berisha corra chissà quale pericolo nella ripresa, se si eccettua un rasoterra di Mkrtchyan, e al 31? gli ospiti chiudono del tutto la pratica con Sadiku, dopo un comico scontro tra il disgraziato Hovhannisyan (sempre lui?) e Arzumanyan. Insomma, missione compiuta a pieni voti. «I ragazzi erano nervosissimi. Ma prima di andare in campo ho detto loro: giochiamocela tutta. Siamo più forti di loro. Avete fatto fino adesso cose straordinarie, ora dobbiamo portare a casa il nostro risultato», il commento di De Biasi. ITALIANI Dopo il doloroso k.o. casalingo con la tanto odiata Serbia, non vincere a Yerevan avrebbe assunto i contorni del suicidio, calcisticamente parlando. Invece l?Albania festeggia una qualificazione meritata e costruita con imprese come la vittoria in Portogallo o l?uscire senza le ossa rotte dalla trasferta in Serbia, tristemente nota per il drone e la successiva rissa in campo. De Biasi ha costruito una squadra solida, capace di subire appena 5 reti in 8 gare. Berisha ha dato sicurezza a una retroguardia guidata dalla leadership di Cana, la freschezza di Hysaj e supportata in mediana dal dinamismo di Memushaj e la grinta di Basha. Tutti albanesi «italiani», raccolti sotto la guida di un italiano vero. «Tre anni e mezzo fa in Georgia ? racconta De Biasi a fine partita ? avevo detto alla squadra che se mi avesse seguito avremmo fatto qualcosa di importante prima o poi. C?era chi rideva, ora sono saliti tutti sul carro». Una piccola vena polemica, prima della giusta gioia. «Credo sia la più grande soddisfazione della mia vita. Abbiamo un popolo dietro di noi, non solo in Albania, ma in tutta Europa». E quel popolo, c?è da giurarci su, oggi è in festa. E domani si prepara già a invadere gli stadi di Francia

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