De Biasi esporta un Toro italiano Stellone e Muzzi guidano l’assalto al Bari

CURIOSITA’ LA PRIMA VOLTA SENZA STRANIERI DELLA SQUADRA NATA AD AGOSTO

BARI. Lo squalificato Lazetic a casa, Doudou, Edusei e Vryzas in panchina, Music in tribuna. Morale: dei cinque stranieri in organico, è molto probabile che Gianni De Biasi non ne utilizzi nessuno dall’inizio nella prima trasferta del 2006. Nel caso, sarebbe il primo Torino Fc tutto italiano della sua ancora piccola storia. Un evento da ricordare, comunque. Anche se oggi, a Bari, i granata hanno voglia di celebrare ben altre «prime». Hanno vinto 11 partite su 22, finora. Ancora nessuna, però, senza batticuore: nove successi di misura più due 2-0 nei quali il raddoppio è arrivato solo in pieno recupero.

Adesso che Stellone e Muzzi sono pronti al rientro e che il mercato ha integrato corposamente un gruppo già da vertice, ogni occasione può essere quella buona per regalare finalmente ai tifosi una vittoria limpida e comoda. Anche Bari lo è. Perché se è vero che i biancorossi al S. Nicola hanno perso soltanto con Catania e Bologna a settembre e da allora hanno infilato 8 risultati utili (4 successi e 4 pareggi), è pure il caso di ricordare che in assoluto non vincono da sei turni e che giocheranno per la prima volta nella stagione senza lo squalificato Santoruvo, il fondamentale riferimento offensivo già autore di 8 gol e fresco di contratto prolungato fino al 2008.

Concreto ed essenziale come sempre, però, De Biasi oggi più che mai pur di spuntarla firmerebbe per il più striminzito e sofferto dei successi. Magari una copia del 2-1 che giusto quattro anni fa il suo Modena ottenne in extremis proprio qui in una sfida che vide protagonisti anche due attuali granata: Doudou, allora barese, fu espulso al 49′; Balestri all’87′ firmò il raddoppio dei gialloblù passati in vantaggio 3′ prima grazie ad un’autorete di Ingrosso. Quei tre punti fruttarono al Modena il primato nella cadetteria: raggiunse l’Empoli battuto a Palermo, scavalcò il Como fermato sul pari a Crotone e da quell’11 gennaio 2002 riprese a correre verso la serie A che poi divenne realtà a giugno.

Il Toro, invece, nemmeno stravincendo oggi potrebbe ritrovarsi a guidare la B. Però il Mantova che lo precede di 5 punti e il Catania che sta più su di 3 rischiano grosso entrambi, rispettivamente ad Arezzo e a Brescia. «E’ ancora presto per guardare la classifica altrui – ammonisce De Biasi -. Pensiamo alla nostra e basta». Ben detto. Anche perché negli ultimi quattro turni soltanto 8 squadre hanno fatto peggio dei 5 punti raggranellati dal Toro. Colpa della stanchezza causata dagli straordinari di inizio stagione. Colpa delle false partenze che stanno cominciando a diventare un problema: in 10 degli ultimi 11 match i granata hanno convinto soltanto dopo aver incassato una rete o essere stati salvati da un legno.

«Lavoriamo per non prendere gol ma non sempre ci va bene – puntualizza De Biasi -. E spesso, com’è stato per la rete subìta su punizione contro il Pescara, è il caso a complicare una partita». Il Toro, intanto, lavora anche pensando al futuro. «Abbiamo sfruttato la pausa per mettere un po’ di benzina nei serbatoi – dice il tecnico -. Anche per questo sabato scorso non siamo stati troppo brillanti. Non siamo sciocchi, però: è tutto sotto controllo». Già oggi, dunque, è lecito attendersi un Toro migliore. Non soltanto perché riavrà dopo un mese Stellone e Muzzi. A innescarli sarà per la prima volta la coppia Gallo-Ardito, già protagonista della promozione in A del Como nel 2002.

Ai loro fianchi, tre in corsa per due maglie. Con l’acciaccato Rosina e un Ferrarese pronto al debutto dal 1′ favoriti su Fantini, ancora condizionato dal problema a una caviglia che lo ha fatto allenare a scartamento ridottissimo in settimana. «Enrico è come una Ferrari – butta lì De Biasi -: se non è tutto in perfetto ordine, non funziona come potrebbe». Piccoli guai, comunque, per una squadra dall’organico di lusso. Che non può più avere alibi. «Non ne abbiamo bisogno – garantisce il tecnico -. Di più: non li abbiamo mai cercati. Però non credo sia nemmeno corretto pretendere salti di qualità immediati per il solo fatto che sono arrivati 5 nuovi giocatori. Dobbiamo assemblarci, capirci». Riprendere subito a vincere accelererebbe i tempi.

di Roberto Condio

Fonte: La Stampa