LETTERA APERTA AI TIFOSI BIANCONERI

n questi giorni si sta decidendo di un mio possibile trasferimento all’Udinese.
Società e squadra a cui, da tempi non sospetti, ho sempre guardato con ammirazione.
Leggo con amarezza, che questo mio ipotetico passaggio alla guida tecnica della squadra friulana è inviso da una parte della tifoseria e “letto” con perplessità da qualche giocatore.
Il precedente “misfatto” di Udinese-Brescia dello scorso autunno ha gettato un’ombra sulla mia persona, tacciandomi di antisportività nonchè malafede.
Non voglio giustificarmi, nè dissuadere gli scettici. Voglio mostrarmi per quello che sono: un professionista e un allenatore che ha come primo dovere la tutela e la difesa dei suoi giocatori.
Nella fattispecie, un giocatore di soli vent’anni che ha agito come avrebbero agito professionisti ben più navigati, un ragazzo che alla sua prima esperienza in serie A è stato aggredito, vilipeso e descritto come cinico, furbo e arrogante marpione.
Chi punta il dito dissertando di antisportività e malafede corre il rischio di fare demagogia.
Chi pratica e “vive” la competizione agonistica nella propria vita, sa che la “ratio” c’entra poco quando l’obiettivo è alla portata, che sono il cuore, la passione e la voglia di vincere che hanno il sopravvento e questo, nessuno si scandalizzi, fa corre qualche rischio.
Il mio giocatore ha accettato il rischio, in un attimo ha scelto la soluzione più “normale”. E la palla poteva anche uscire…..
Forse ha sbagliato. Io, suo allenatore, ho accettato, condiviso e difeso la sua scelta. Che è diventata la “nostra” scelta.
La difesa della mia immagine e della mia persona sono subordinati al mio ruolo. Ho corso il rischio, ora ne ho la certezza, di subire un contraccolpo.
Pazienza.
La mia professionalità, la mia “umanità” mi portano senza indugio a schierarmi con i miei ragazzi. Poi, nel chiuso di uno spogliatoio, “insieme” cercheremo di crescere.
Leggo altresì le giustificate “perplessità” di capitan Bertotto, cuore e anima della squadra da anni.
Anche lui si espone ed esprime il suo pensiero, il suo attaccamento ai colori e ad un allenatore precedente.
Anche lui esprime pensieri che arrivano dal cuore.
Anche lui sceglie. Anche lui “rischia”.
Mi piace pensare che ci siano giocatori e uomini così.
Mi piace pensare che ci siano persone che sanno rischiare, assumendosi le proprie responsabilita
Gianni De Biasi

Fonte: La Redazione