“Sopra la panca”. L’analisi di Brasile – Croazia a cura di Gianni De Biasi

Il Brasile paese ospitante il Mondiale 2014, ha disputato solamente amichevoli di preparazione, non riuscendo quasi mai ad impressionare in maniera proporzionale alla quantità e al talento presente in squadra. Per il Brasile questo è sempre stato il “limite”. La squadra carioca è da sempre un coro composto da troppi solisti. La scelta di affidare la guida tecnica a Scolari, ultimo selezionatore a portare i verdeoro sul tetto del mondo nel 2002, è emblematica da questo punto di vista. Sarà lui a dover trovare la giusta alchimia tra i tanti campioni, cercando un’idea di gioco collettivo, senza disperdere la grande qualità di questo gruppo. Vincitore dell’ultima Confederations Cup, il Brasile parte senza ombra di dubbio come la grande favorita del torneo. Anzi, possiamo affermare che gli uomini di Scolari sono quasi costretti a vincere, viste le condizioni e le attese dei tifosi.

LA STELLA – Sebbene Thiago Silva sia il capitano, nonchè l’uomo più rappresentativo della squadra, l’ uomo copertina della Selecao non può che essere Neymar. Dopo il suo trasferimento al Barcellona per una cifra vicina ai 60 milioni di euro poi diventati 95, ora tutti si aspettano grandi cose da lui e che prenda per mano la squadra con continuità. Dopo un anno vissuto da “gregario” al Barca, soffrendo la presenza di Leo Messi, e realizzando 15 gol in 45 partite, il momento del riscatto sembra alle porte. Ottimo invece il suo cammino con la casacca verde ore con cui realizza 30 gol in 47 partite.

LA SORPRESA – In una Seleçao composta da grandi giocatori affermati a livello internazionale, credo che la sorpresa potrebbe essere Bernard, classe ’92, nato a Belo Horizonte. Fisico piuttosto esile, circa 168 cm di altezza, molto forte nell’uno contro uno, disarmante rapidità ed agilità nello stretto. A queste caratteristiche si aggiunge un piede molto sensibile, il destro, che usa sapientemente per dispensare suggerimenti ai compagni, non disdegnando la conclusione a rete. Bernard predilige la posizione di trequartista centrale ma ha dimostrato una grande duttilità che gli permette di spaziare su tutto il fronte offensivo adattandosi a giocare sia sull’out di destra che in particolare su quello di  sinistra, zona di campo che ne esalta la dirompenza. Infatti il ragazzo quando parte largo per poi accentrarsi sul piede prediletto diviene imprendibile ed aggredendo frontalmente la porta riesce a battere a rete più frequentemente.

SI PUNTA SULLA DIFESA – Potrà sembrare strano, ma la forza di questo Brasile sta nella difesa e nel centrocampo. La linea a 4 titolare dovrebbe essere composta da Dani Alves, Thiago Silva, David Luiz e Marcelo, con l’esperto Julio Cesar a difendere la porta. Non male se si pensa che pronti a subentrare ci sono il giocatore del Bayern Dante, il ritrovato Maicon, la sorpresa Henrique e il jolly Maxwell.  Se contiamo che Scolari si è concesso il lusso di non convocare due dei giocatori rivelazione dell’Atletico, Miranda e Filipe Luis, possiamo affermare senza ombra di dubbio che gli avversari del Brasile si troveranno di fronte ad un muro quasi invalicabile.

IL CENTROCAMPO – Non è da meno la linea mediana del campo, con il granitici Luiz Gustavo e Fernandinho, Paulinho in cabina di regia ed i jolly Ramires ed Hernanes che possono giocare sia dietro le punte che in un centrocampo a 3. Ne consegue che gli unici giocatori squisitamente offensivi di questo reparto sono i soli Oscar e William, con il primo che probabilmente giocherà come mezz’ala nel 4-3-3 che Scolari ha provato in alcune amichevoli. Insomma, questo Brasile sembra puntare su uno stile di gioco decisamente europeo, puntando prima di tutto sulla difesa ed affidandosi all’estro di un solo, grande fuoriclasse. Ai tifosi verdeoro potrà far storcere il naso, ma negli ultimi anni spesso chi vince è anche chi ha la difesa migliore. E poi, ogni volta che si è detto “Questo Brasile è il più debole di tutti i tempi”, prontamente ha vinto il mondiale.

CROAZIA
La Croazia ha vissuto una fase di qualificazione abbastanza tribolata. È arrivata seconda dietro al Belgio, nazionale considerata da molti addetti ai lavori come la possibile sorpresa di questa edizione. Il 16 ottobre 2013, poco prima dello spareggio decisivo contro l’Islanda, probabilmente c’è stata la vera svolta di questa squadra con il cambio in panchina tra Stimac, poco amato dai giocatori,  e l’arrivo diNiko Kovac. Il neo allenatore, che da giocatore ha disputato due mondiali ( 2002-2006 ) ha da subito lavorato su un nuovo modulo di gioco, il 4-2-3-1, sicuramente più adatto alle caratteristiche dei propri giocatori. Un sistema deve essere basato sulle capacità e sulle qualità tecniche e tattiche della propria squadra, cercando di non snaturarle a seconda degli avversari che si incontrano. Kovac ha dimostrato di essere un buon allenatore perché pur cambiando sistema ed alcuni interpreti, chiedendo loro compiti e funzioni singole differenti, è riuscito a dare a questa squadra equilibrio. La qualità della linea mediana è la vera forza della squadra Croata. Il futuro e il destino della formazione biancorossa dipenderà dalle prestazioni dei propri centrocampisti. Se i compagni riusciranno a mettere nelle condizioni Modric e Rakitic di non dover pensare solo alla fase difensiva o di impostazione del gioco, ma consentiranno loro di potersi esprimere liberamente a ridosso della trequarti avversaria, l’intera manovra ne trarrebbe grande vantaggio. Riuscire a sfruttare le qualità tecniche e finalizzative  dei due giocatori il più vicino possibile alla linea difensiva avversaria potrebbe essere il valore aggiunto; ma i due talenti rischiano di dover pagare l’assenza di un vero e proprio incontrista. Davanti a loro l’interista Kovacic è chiamato a confermare quanto di buono ha dimostrato nell’ultima parte della stagione con la maglia nerazzurra. Nonostante la giovanissima età, ha impressionato per sicurezza e personalità, unite ad un talento cristallino nelle giocate. Testa alta, sa sempre cosa fare prima che gli arrivi il pallone, gioca sempre fronte alla porta avversaria e mette i compagni nelle condizioni di calciare grazie alle sue immediate verticalizzazioni di prima intenzione. Sulle fasce laterali Perisic e Olic sono in grado di garantire un buon contributo nelle due fasi di gioco, prediligendo entrambi giocare con il pallone tra i piedi. Mancherà un giocatore fondamentale come Mandzukic davanti ( squalificato all’esordio) e non sarà facile trovare un sostituto all’altezza. Si giocheranno il posto Eduardo dello Shakhtar e Jelavic dell’Hull. La difesa è molto solida ed esperta e può contare su Pletikosa, numero uno del Rostov, che con la propria nazionale ha disputato ben 110 presenze.

GLI SCHIERAMENTI
Brasile (4-2-3-1): Julio Cesar: D. Alves, T. Silva, D. Luiz, Marceloa; L. Gustavo, Paulinho; Hulk, Oscar, Neymar; Fred
Croazia (4-2-3-1): Pletikosa; Serna, Corluka, Lovren,Pranjc; Modric, Rakitic (Brazovic); Perisic, Kovacic, Olic (Rakitic); Jelavic

di Gianni De Biasi

“Sopra la Panca” – Sport Mediaset