«Siamo tutti degli incoscienti»«Come favorita vedo la Juve Poi Roma e Inter» Salta l’amichevole

PIEVE DI CADORE. «Il mio Modena come il Chievo? Magari». Gianni De Biasi, quarantaseienne trevigiano, autore del doppio salto vincente (dalla C1 alla A in due anni) della squadra gialloblù, fa il modesto. «Non capisco perché molti ci indichino come il nuovo fenomeno del campionato: anche Lippi l’ha detto. Sì, abbiamo passato due anni stupendi. Ora però viene il difficile: il nostro obiettivo è arrivare quintultimi». La nostra forza? Balestri ha detto che siamo incoscienti. Siamo una squadra allegra, andiamo sempre in campo per vincere. E’ un mio preciso credo calcistico: preferisco l’attacco alla difesa, e poi credo che uno debba sempre restare ciò che è: da noi l’ambiente è casereccio, siamo una squadra pane e salame, mica di fighetti. Con molti dei miei ragazzi abbiamo condiviso tutti gli ultimi due anni meravigliosi, ci capiamo ormai con un’occhiata e anche questo è importante».
Per affrontare la A lei non ha chiesto un solo campione alla sua società. «Il Modena non può permettersi di spendere molto: ha un bilancio da rispettare. E io sposo appieno questa mentalità: non ho bisogno di grossi campioni, ma di gente motivata, e credo di averla in squadra».
Lei era un leader in campo, possibile che nella sua squadra non ce ne sia neanche uno? «Credo che Ballotta, dall’alto dei suoi trentotto anni e della sua esperienza possa esserlo, poi forse Cevoli e Milanetto. Ma l’insieme di squadra è più importante. Tranne Ballotta e Zamboni siamo tutti esordienti».
Quadrato, realista, Gianni De Biasi deve molto alla sua formazione: da ragazzino, nativo di Sarmede, il suo massimo desiderio era riuscire ad entrare nella squadra del Vittorio Veneto-Godega (le società si erano unite) e il suo primo maestro, Ivano Truccolo, ce lo portò: poco tempo, e il Treviso lo prese con sé. Nel giro di un anno, ecco l’Inter di Fraizzoli che si interessa a lui. «Purtroppo in serie A quell’anno non esordii: avevo davanti troppi campioni: presi la strada di Reggio, poi Pescara. Al momento del rientro all’Inter mi trasferirono al Brescia, in parziale cambio dell’arrivo di Beccalossi, e il sogno di San Siro svanì».
Dopo Brescia, Palermo e Vicenza, De Biasi torna al Treviso, a 12 anni dal suo primo esordio al Tenni. Un anno al Bassano, fuori dai professionisti, gli fa capire che quella non è la sua dimensione, e si iscrive a Coverciano. Vastese, Carpi, Cosenza le prime tappe, ma il suo boom come allenatore avviene a Ferrara: nel 1998 riporta la Spal in B.
Secondo lei come va il prossimo campionato?
«Metto la Juve in testa a tutte, poi Roma e Inter. Il Milan bisogna vedere se riesce a trovare certi equilibri, il suo mercato non è finito. Come outsider metto il Como».
Intanto ieri è durato soltanto 32′ l’incontro amichevole tra Chievo e Lumezzane, in programma al Tre Stelle di Desenzano del Garda. Un nubifragio, che ha sconvolto quella zona, ha sorpreso l’arbitro, Berretta ed i 22 in campo che sono subito corsi verso lo spogliatoio, anche perchè il maltempo ha fatto saltare l’impianto di illuminazione. L’incontro era ancora fermo sul risultato iniziale di 0-0. Questa la formazione con cui il Chievo era sceso in campo: Lupatelli, Moro, D’Angelo, Lorenzi, Lanna, Eriberto, Perrotta, Corini, Franceschini, Cossato, Marazzina.

Fonte: Antonella Antonello

Il Mattino di Padova