De Biasi: i playoff li giocherei adesso

TORINO. L’ingorgo, lassù, è da record. Dall’Atalanta al Bologna che lunedì ha vinto a Mantova, a inseguire la A ora sono in 11. Ovvero, mezzo campionato. Mai successo, a 6 turni dal termine. Ma se si considera che i nerazzurri di Colantuono (10 punti sulla 3ª) hanno la promozione diretta in cassaforte, fa ancora più effetto pensare che 10 squadre sprinteranno per l’altro pass automatico e per i 4 posti nei playoff. «Meglio così – commenta Gianni De Biasi, tecnico del Toro 5° in classifica -. Più siamo e più la sfida sarà combattuta e onesta».

Anche se reduci da un ko, i granata sembrano fra i concorrenti più sereni. Prima di cadere a Modena, avevano battuto Mantova, Cesena e Catania, riprendendo a giocare e a correre. «Stiamo bene – garantisce De Biasi -. Nell’ultimo mese abbiamo centrato una striscia importante, dimostrando sostanza, consapevolezza, volontà ed energie per il finale».

Al check-up pasquale si presentano ben più provate le tre squadre che oggi se la vedrebbero col Toro nei playoff. Il Mantova ha vinto e segnato soltanto in una delle ultime 6 partite; il Cesena ha racimolato 3 punti in 4 gare; il Brescia con Zeman ha inchiodato (4 punti in 5 turni). Per questo, quando gli chiedono «vero che sarebbe felice di giocarli adesso, i playoff?», De Biasi risponde con un sorrisetto eloquente. «Ribadisco: siamo in un buon momento e avrei fatto volentieri a meno della sosta. Vuol dire che la sfrutteremo per arrivare a stare così bene anche fra un mese e mezzo».

Detta così, visto che il 1° giugno cominceranno i playoff, potrebbe sembrare un’ammissione di resa in chiave-promozione diretta, a favore di quel Catania 7 punti più in su. De Biasi, invece, lascia una porticina aperta: «Può starci di tutto, in un finale così serrato. E ambienti sovrariscaldati possono generare tensioni. Pensiamo a noi, però. Proviamo a vincere sempre. Com’è successo a Modena dopo l’1-1: l’ho spronata io la squadra, avvisandola dello 0-0 del Catania. È andata male ma il segnale che abbiamo dato mi è piaciuto».

Ci riproverà fra due domeniche a Verona, il Toro. Contro i gialloblù in crisi (3 ko di fila) e privi degli squalificati Adailton e Comazzi. Con una formazione probabilmente ritoccata in difesa e una sensazione che negli ultimi turni è diventata certezza: il salto di qualità decisivo i granata lo faranno quando riceveranno contributi consistenti in contemporanea dai loro esterni d’attacco. Era accaduto a intermittenza nell’andata con Rosina e Fantini, che però sono ali atipiche. Non è più successo nel ritorno, quando De Biasi ha potuto schierare nel 4-4-2 gente come Lazetic e Ferrarese portata a puntare il rivale e a saltarlo per cercare il fondo e il cross.

Non hanno mai dato il meglio assieme, il serbo e il veneto, coppia titolare soltanto contro Mantova e Modena. In Emilia, ad esempio, Nikola volava e Claudio, che nei turni precedenti aveva fatto bene, non s’è mai visto. De Biasi, evitando di fare nomi, conferma la tesi: «La differenza si fa proprio là, sulle corsie. Se non hai un Maradona, diventano determinanti gli sviluppi sulle fasce: la rapidità, l’uno contro uno, l’abilità nel creare la superiorità numerica, i cross in mezzo». Più o meno quel che ha avuto il Mantova nell’andata da Tarana e Caridi. Quel che chiede oggi il Toro alle sue ali per poter spiccare il volo verso la serie A.

Fonte: La Stampa