De Biasi: “Miglioriamo rispetto all’anno scorso”

VILLASIMIUS (CAGLIARI) – Con Paola e Chiara è tutto più facile. Le muse di Gianni De Biasi, moglie lontana dallo stereotipo e figlia sedicenne, atipica a tal punto da amare anche le versioni di latino e greco, sono la fonte di energia del tecnico del Torino che ha casa qui e non in Costa Smeralda.
De Biasi affronta la prima estate con l’orgoglio di aver salvato il Toro e di riprenderlo con la fiducia del presidente e della piazza.

Non è poco De Biasi.
«Dopo tre anni il rapporto con il presidente Cairo è buono. Anche lui ha fatto il suo percorso e ha capito che gestire il calcio, dove sei sempre in prima pagina, non è come gestire l’azienda editoriale. Stiamo lavorando insieme a un progetto e pensiamo a una squadra in cui i tifosi si identifichino. Ma, sia chiaro, il prossimo campionato sarà una battaglia. Di partita in partita».

Insomma: scordatevi l’idea della Coppa Uefa?
«Esatto. Pensiamo alla salvezza. Anzi pensiamo a migliorare di una posizione quella precedente. Come abbiamo finito? Ce lo ricordiamo? E allora. Mettiamoci in testa che Inter, Roma, Juve, Fiorentina, Milan, Udinese, Sampdoria, Napoli, Palermo, Genoa sono davanti a noi. C’è l’Atalanta, ci sono tre neopromosse forti. Non voglio fare il furbo, ma c’è da lottare. E chi viene al Toro deve capire che sta indossando questa maglia. Bisogna sentirsi granata fino in fondo».

Ovvero?
«Voglio gente che, magari, perde anche la partita, ma che dà veramente tutto dall’inizio alla fine».

Il Toro ha dei punti fermi?
«Certo. Anche una rosa da sfoltire e pure acquisti da fare».

Punti fermi.
«Sereni innanzitutto. Per lui spendo una parola in più. E il miglior portiere dopo Buffon, ha una potenza fisica esplosiva e copre la porta come pochi. Poi Eugenio Corini, un gran capitano non giocatore; e non fraintendetemi, sta benissimo e gioca. Poi il capitano Rosina e Rubin che è il futuro e ha recuperato dall’infortunio».

Bottone?
«Potrebbe anche andare a giocare».

E Comotto?
«Credo andrà via, è una situazione che non ho gestito io, ma posso dire che è un gran bel giocatore e so che al Toro ha sempre tenuto».

Finora avete compiuto pochi passi. Preoccupato?
«No. Prendiamo un secondo portiere, un difensore centrale, un centrocampista (piace il brasiliano Matuzalem, ndr) e serve un attaccante, una prima punta da 10-12 gol garantiti».

Vi piaceva Klasnic?
«Sì, tanto. Noi restiamo interessati. Non è certo facile trovare la punta che dà garanzie. Comunque abbiamo una rosa ampia e inoltre uno Stellone che, se sta bene, il suo lo fa».

Vi hanno «rubato» Knezevic
«Che ci vogliamo fare? Ha preferito gli altri, forse da noi avrebbe potuto avere maggiori garanzie tecniche. Ma ormai è andata».

Tocca tutto al nuovo direttore sportivo Pederzoli. E vero che l’ha scelto lei?
«No, è vero che lo conosco ed è una persona molto per bene. Ma io non ho influito su niente, il rapporto con Antonelli lo gestiva il presidente. Io faccio il tecnico e avrò parecchio da lavorare».

Fonte: La Gazzetta dello Sport