De Biasi per ripartire

La storia si è ripetuta, per la gioia della Maratona itinerante che ha invaso Livorno. Toro salvo alla penultima giornata, come un anno fa. Il 20 maggio 2007 lo 0-0 casalingo contro i labronici e i risultati arrivati via radio consentirono di centrare l’obiettivo, stavolta la squadra di De Biasi non ha atteso buone nuove via etere, vincendo all’Armando Picchi ha condannato gli avversari e centrato il secondo successo consecutivo. Non un affare da poco, per una squadra che prima delle affermazioni contro Napoli e Livorno aveva incassato sette sconfitte in otto turni.

La firma sulla salvezza l’ha messa capitan Rosina, bravo a mettere dentro il tap in dopo la corta respinta di Amelia sul tiro di David Di Michele, confermandosi il miglior cannoniere della squadra, ma l’ha messa soprattutto Gianni De Biasi. L’uomo del miracolo promozione del 2006 e della permanenza in serie A conquistata l’anno scorso, subentrando a Zaccheroni dopo sei k.o. consecutivi (e quell’assurdo esonero a tre giorni dal via del campionato), che sembra destinato ad inseguire sempre obiettivi difficili e vivere situazioni d’emergenza. Ora il tecnico di Sarmede si merita fiducia piena e non a rate per disputare una stagione intera in serie A e le parole del presidente Cairo dimostrano che la costruzione della prossima squadra verrà fatta assieme a lui, senza che ci siano sovrapposizioni di ruoli ma piena condivisione delle scelte.

Giocatori che facevano fatica o giocavano poco con Novellino sono stati rilanciati da De Biasi, è il caso di Di Michele e Corini: il primo può essere utilissimo anche nel Toro del futuro, magari in un 4-3-3 con lui e Rosina larghi sulla fasce e una grande prima punta in mezzo, il secondo può fare la chioccia di un regista più giovane e diventare una sorta di capitano non giocatore, viste le sue doti morali e la grande esperienza. Un Toro che era allo sbando con Novellino è stato rivitalizzato da GDB: non era squadra da Uefa, come qualcuno ipotizzava a inizio stagione, ma neppure doveva soffrire così per arrivare la traguardo minimo. Per costruire finalmente un Torino in grado di finire nella colonna sinistra di classifica servono 4-5 innesti mirati, non l’ennesima rivoluzione.

In questo gruppo ci sono molti elementi che hanno reso al di sotto delle loro possibilità: per i tanti infortuni, per gli errori del precedente allenatore, per loro responsabilità individuali. Ma l’esempio di Marco Di Loreto, spesso inguardabile nella scorsa stagione, il miglior difensore granata in questo finale di campionato, significa che il secondo anno i giocatori rendono meglio. Può valere tra qualche mese per Natali, giusto per fare un nome. Il nuovo Toro ripartirà dal un grande portiere come Sereni, servono un difensore veloce, un esterno di difesa, un centrale di centrocampo e una prima punta che sia andata in doppia cifra in questa stagione, non cinque o sei anni fa o che abbia le potenzialità per farlo. A De Biasi, Cairo e gli altri dirigenti (Lupo e Antonelli?) il compito di individuarla. E’ legittimo sognare qualcosa di più ambizioso da parte dei tifosi granata.

A cura di Massimo De Marzi

Fonte: Nesti Channel